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Apple USA: è guerra alla pedopornografia con la scansione delle foto su iCloud

Apple ha dichiarato guerra alla pedopornografia annunciando di essere al lavoro su nuovi strumenti in grado di contrastare gli abusi sessuali su minori. Per questo, dal prossimo autunno, le foto destinate ad essere caricate su iCloud verranno scansionate e analizzate alla ricerca di eventuali illeciti.

Apple: il tool neuralMatch, analizzerà le foto direttamente in locale

Come avverrà lo scanning delle foto su iCloud

Chiariamo innanzitutto che, almeno per il momento, l’operazione di contrasto alla pedopornografia interesserà solo i clienti americani. Apple, infatti, ha dichiarato di essere al lavoro su un tool, chiamato “neuralMatch”, capace di analizzare le foto direttamente in locale, cioè ancor prima che le immagini vengano caricate su iCloud. Se questa nuova tecnologia individuerà immagini di potenziali abusi su minori, confrontandole con quelle fornite da numerose associazioni per la protezione dei minori, il successivo controllo verrà affidato ad un essere umano.

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Qualora dovesse essere confermato il reato, l’account in questione sarà disabilitato ed un avviso coinvolgerà il National Center for Missing and Exploited Children per ulteriori indagini. Una parte degli account statunitensi è già coinvolta nella fase di test del nuovo tool, anche se il grosso dell’operazione partirà non appena verrà rilasciata la versione 15 di iOS.

Quali rischi per la privacy degli utenti?

Secondo Apple, i rischi per la privacy dei propri utenti sono prossimi allo zero. Il colosso americano ha rassicurato l’opinione pubblica sostenendo di non scansionare qualsiasi tipologia di foto, ma solo quelle che potrebbero ritrarre specifici abusi su minori. Il fatto, però, che lo faccia analizzando le foto presenti nel dispositivo e non su cloud ha lasciato perplessi.

Alcuni ricercatori delle principali università americane hanno sollevato più di un dubbio, specialmente nel caso in cui una potente tecnologia come quella rappresentata da neuralMatch dovesse finire nelle mani di un governo autoritario. Del resto tutte le maggiori società del web, quali Google, Facebook, Microsoft e la stessa Apple, da anni controllano le immagini caricate sul cloud tramite la loro impronta digitale. Ma finora nessuno si era spinto ad analizzare le immagini in locale.

Apple riuscirà nel difficile compito di sostenere la lotta alle violenze sui minori, garantendo comunque un alto livello di protezione della privacy? Lo scopriremo nei prossimi mesi, quando neuralMatch verrà integrato in iOS 15 e negli iPhone americani.

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