Dopo i rincari su bollette, pasta e pane arrivano nuove, brutte sorprese per gli italiani: secondo Assoutenti, associazione no profit che tutela i diritti dei consumatori, anche le colazioni al bar costeranno molto di più, con punte previste anche di 1,50 euro per un caffè.
Gli aumenti, a macchia di leopardo in tutta la penisola, sono già realtà e si aggirano anche attorno al 15% rispetto a poche settimane fa. Un brutto colpo per i consumatori, che dopo l’aumento dei costi delle materie prime, denunciati dai produttori, si troveranno a dover pagare molto di più per tanti beni di prima necessità.
I pesanti rincari registrati sulle bollette di luce e gas e il rialzo delle materie prime, sono alla base del meccanismo di aumento che viene, infine, scaricato sui consumatori finali. Del resto, anche le quotazioni del caffè, incalza Assoutenti, sono aumentate dell’81% nel corso del 2021 mentre per latte e zucchero i rincari sono stati rispettivamente del 60% e del 30%. E se il caro-bollette dovesse proseguire nei prossimi mesi, il rischio è che gli aumenti di pochi centesimi a cui abbiamo assistito in questo periodo si trasformino in un vero e proprio “bagno di sangue” con l’ulteriore aggiornamento dei listini nei bar.
Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, sottolinea proprio come tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 i prezzi di caffè, cornetto e cappuccino siano già stati ritoccati verso l’alto da molti esercenti. “Se il caro-bollette dovesse proseguire nel corso dell’anno, la tazzina di caffè potrà raggiungere il record di 1,50 euro e la colazione completa potrebbe costare il 41,6% in più.” Un vero dramma per oltre 5 milioni di italiani che, ogni giorno, fanno colazione nei tanti esercizi dislocati nella nostra penisola e per i quali la colazione al bar potrebbe diventare un vero e proprio lusso.
Il maggior pericolo, però, non è solo che molti consumatori debbano rinunciare alla colazione al bar, ma anche che l’inflazione – attualmente sopra al 3% – riduca ulteriormente i consumi degli italiani, con un calo complessivo stimato attorno ai 100 miliardi di euro e con evidenti ricadute sul Pil nazionale. L’aumento dei costi a cui stiamo assistendo, insomma, è solo all’inizio e nei prossimi mesi capiremo se la ripresa post pandemia è stata solo un fuoco di paglia o se i buoni segnali registrati nel corso del 2021 proseguiranno anche nel nuovo anno.
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