In un autunno turbolento, reso ancora più incerto dalla crisi energetica e dall’incremento dei prezzi delle materie prime, le associazioni consumatori lanciano l’allarme: il settore alimentare vedrà i prezzi salire alle stelle entro Natale.
Ma quali saranno i prodotti che con più probabilità subiranno i maggiori aumenti? Cerchiamo di capirlo, analizzando anche il recente intervento del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco.
Boom dei prezzi per l’agroalimentare: tutti gli aumenti delle prossime settimane
Dopo la crisi dei chip e l’intervento del Governo per cercare di calmierare i costi delle bollette energetiche, iniziano a vedersi le prime ripercussioni dei rincari anche sulla spesa al supermercato.
L’associazione consumatori “Consumerismo” ha sottolineato come frutta e verdura siano attualmente gli alimenti più colpiti dalla crisi globale e, di conseguenza, quelli che hanno visto il proprio prezzo aumentare maggiormente su base annua. Dalle banane (+70%) ai funghi (+60%) e alle patate (+35%), questo sembra solo l’inizio di un brutto film che non accenna a mostrare i titoli di coda.
Già, perché presto anche cereali e bevande subiranno aumenti significativi, visto l’incremento costante dei costi di energia – che vanno a moltiplicare quelli di gestione per le aziende – e di materie prime. La possibilità concreta, quindi, è che le famiglie italiane nel corso delle prossime festività possano spendere la bellezza di 1,4 miliardi di euro in più rispetto al 2019 per la spesa quotidiana.
E la conferma, implicita, del pericoloso trend di inflazione è confermata anche dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, che nel suo discorso in occasione della giornata del risparmio ha sottolineato le difficoltà emerse nell’approvvigionamento delle materie prime e beni intermedi in tutta la zona euro. “Gli effetti delle strozzature di offerta, che cominciano a sentirsi anche in Italia, sono da valutare come temporanei, anche se potrebbero pesare sulla produzione e sui prezzi più a lungo di quanto inizialmente atteso”.
Quali saranno i beni a subire i maggiori rincari?
Sono molti gli aumenti a cui gli italiani hanno già dovuto far fronte dall’inizio dell’anno: dal caffè, aumentato del 20% nel 2021, alla pasta, rincarata del 30%, senza dimenticare latte e carne che fanno registrare aumenti del 5%.
E la tendenza, per la fine dell’anno, non è certamente positiva. I rincari di materie prime come burro e farina potrebbero far salire i prezzi dei panettoni addirittura del 20% entro le feste natalizie. Il tutto potrebbe portare le famiglie a spendere quasi 100 milioni di euro in più per i tradizionali cenoni e pranzi natalizi, secondo quanto stima il Codacons.
E i prodotti che subiranno nuovi aumenti non sono solo quelli dell’agroalimentare: in settimana, nel corso di una serie di conferenze a cui hanno partecipato molte grandi aziende quali Procter&Gamble e Unilever, si è confermato che anche pannolini, rasoi e prodotti per la cura della pelle andranno incontro a rincari significativi.
La speranza, per cercare di calmierare i prezzi, è che il Governo riesca a intervenire sull’acquisto di materie prime, magari in collaborazione con l’Unione Europea così da spuntare maggiori sconti.
Molti analisti finanziari, però, sono convinti che l’aumento generale del costo della vita non sia solo un passeggero fuoco di paglia, ma che rappresenti l’inizio di un lungo periodo di generali rincari dei prezzi.
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